Ascoltare sembra semplice. Siamo convinti di farlo ogni giorno: con un’amica, con un collega, con un figlio, con chi abbiamo dall’altra parte del telefono📞. Eppure l’ascolto non è tutto uguale. Molte volte restiamo in superficie senza volerlo… ci agganciamo ai primi livelli dell’ascolto, mentre l’altro magari sta parlando da un luogo molto più profondo🌊. Così, senza accorgercene, crediamo di aver capito, ma in realtà stiamo cogliendo solo una parte.
Il primo livello è quello in cui ascoltiamo solo le parole. Sentiamo ciò che l’altro dice, ma siamo occupati dai nostri pensieri, dalle nostre associazioni, da ciò che la sua storia risveglia in noi. In questo livello, l’attenzione è più su noi stessi che sull’altro: sembra che ascoltiamo, ma in realtà stiamo recitando una parte, come se fossimo presenti senza esserlo davvero.
Il secondo livello è l’ascolto orientato alla risposta. Ascoltiamo per replicare, per consigliare, per raccontare la nostra esperienza, per trovare una soluzione. Spesso, però, questo tipo di ascolto non corrisponde a ciò di cui l’altro ha davvero bisogno. Si parla e si pensa nello stesso momento, si fanno supposizioni, ci si interrompe… e così le conversazioni diventano caotiche e superficiali⚡️. In questo contesto, è facile fraintendersi: qualcuno può sentirsi offeso, interpretare male le parole dell’altro, e relazioni che sembravano solide possono incrinarsi o allontanarsi💔 .
3. Ascolto del “non detto” 🌙
Il terzo livello è l’ascolto del “non detto”. Qui iniziamo a percepire il tono, i silenzi, la fragilità dietro una frase. Non siamo più concentrati su cosa risponderemo, ma su ciò che l’altro sta davvero comunicando, anche quando non lo esprime chiaramente. È la partecipazione attiva: ci dedichiamo pienamente a ciò che l’altro prova, lasciando da parte i nostri pensieri e giudizi. Richiede presenza, calma e la volontà di sospendere il nostro mondo interiore per accogliere quello dell’altro🫶 .
Questa è un’abilità fondamentale per chi, come un counselor, lavora con gli altri per comprendere in profondità. E diventa anche il passaggio naturale verso il quarto livello: l’ascolto profondo, dove l’intenzione di capire completamente l’altro guida ogni parola, ogni silenzio, ogni gesto.
4. Ascolto profondo 🧘♀️🧠
Il quarto livello è l’ascolto profondo. Qui ci spostiamo dal nostro centro al centro dell’altro, senza perdere noi stessi, ma “sintonizzandoci” su un sentire più ampio. Non ascoltiamo solo le parole, ma anche come vengono pronunciate: il tono, i silenzi, le pause, le emozioni che vibrano tra le frasi🎧. È un ascolto pienamente presente, senza giudizio, senza fretta e senza la necessità di correggere o sistemare nulla.
Quando impariamo ad affinare l’orecchio non solo sul contenuto, ma sul modo in cui quel contenuto prende forma, iniziamo davvero a vedere e comprendere chi abbiamo davanti👁️ .
In questo spazio di ascolto, amici, partner, figli, colleghi o collaboratori si sentono riconosciuti, accolti e al sicuro🤍. E quando le persone si sentono comprese in profondità, si aprono spontaneamente, condividendo con fiducia paure, desideri, pensieri e preoccupazioni.
Non è facile arrivare agli ultimi due livelli, non perché richiedano capacità straordinarie, ma perché richiedono presenza. Richiedono calma. Richiedono la volontà di lasciare da parte, per un momento, la nostra storia per accogliere quella dell’altro✨. L’ascolto profondo crea così un legame autentico, dove la comprensione e la connessione diventano naturali.
E quando questo succede, cambia tutto:
le conversazioni diventano incontri,
le parole diventano ponti,
e l’altro si sente veramente visto
Con amore,
Veronica 🧡